Intervista con Monica Sorti, autrice del podcast Filastrocche della buonanotte.
Monica Sorti, giornalista e scrittrice, dopo aver pubblicato alcuni libri e racconti per bambini, ci regala il suo primo podcast, Filastrocche della buonanotte.
Uscito per Loud Stories il 15 giugno, il podcast di filastrocche è già alla conquista del cuore dei più piccoli.
Filastrocche della buonanotte è una raccolta di dodici brevi filastrocche da ascoltare nel momento della nanna, per rilassare adulti e piccini e per condividere un momento speciale prima di dormire.
Abbiamo incontrato l’autrice e fatto quattro chiacchiere con lei.
Monica, da quanto ti abbiamo conosciuta, hai portato nelle nostre vite rime e gentilezza e vogliamo presentarti anche ai nostri lettori e ascoltatori. Ci racconti qualcosa di te e delle tue giornate?
Nelle mie giornate ci sono tante chiacchiere e tanti abbracci con le mie figlie, tante fusa del mio gatto, voglia di pizza e cose dolci. Poca voglia di cucinare, tanti libri, tanta musica e passeggiate in pianura, qualcuna anche in salita sbuffando.
E poi c’è il mio lavoro. Scrivere penso che sia il mestiere più bello al mondo.
Come hai iniziato a scrivere filastrocche?
Ho cominciato per caso. Mi sono imbattuta in un editore online che, tra le altre cose, pubblicava filastrocche. Provai per curiosità a scriverne una, La leggenda delle stagioni, e quando venne pubblicata online rimasi così sorpresa dal numero incredibile di condivisioni che continuai a scrivere. Da allora credo di averne scritte almeno un centinaio.
Le tue rime sono piene di immagini poetiche, di animali e ninfe e la vita quotidiana convive serenamente con la magia. Da dove trai ispirazione? E di cosa parlano le tue filastrocche?
L’ispirazione viene proprio dalla vita quotidiana, che è sempre capace di regalarci tante piccole magie, anche se a volte facciamo fatica a coglierle. E proprio perché nascono dal quotidiano non ho una tematica preferita, ho scritto filastrocche sugli animali, sulle stagioni, sui sentimenti, ho scritto anche filastrocche didattiche e messo in rima alcune fiabe classiche.
Le filastrocche sono solo per bambini?
L’idea di base è quella di scriverle per i bambini, poi però va a finire che, per forza di cose, le leggono anche gli adulti e se sono arrivata fin qui, se ora stai leggendo o ascoltando il podcast, è perché le filastrocche sono piaciute ai genitori, ai nonni o agli zii, prima ancora di arrivare ai più piccoli.
Qual è l’aspetto più stimolante dello scrivere per i bambini?
Giocare con la fantasia, farla correre libera, trasmettere messaggi in modo divertente e senza la pretesa di spiegare niente, solo con la voglia di regalare sorrisi.
Quando hai pensato di voler fare un podcast con le tue filastrocche?
Dopo aver ascoltato Lacrime di coccodrillo, un degli episodi di Favolose, mi si è aperto un mondo nuovo sulla narrazione, su ciò che poteva fare il supporto sonoro insieme alla voce narrante e ho pensato che sarebbe stato bello anche per le filastrocche entrare in questo mondo fatto di suoni, musica e voci.
Anche senza avere un libro o uno schermo davanti, “vedevo” i due coccodrilli che si confidavano, la loro casetta descritta nei minimi particolari, sentivo le loro emozioni. E sono rimasta ammaliata dalle voci narranti che riuscivano a trasmettermi tutto questo.
Adesso che Filastrocche della buonanotte esiste, è lì fuori, a disposizione di tutti, mi piace pensare che le mie parole possano diventare una coccola per i bambini prima di addormentarsi.
Tornando al mondo dei piccoli, qual era il tuo libro preferito da piccola?
Piccole donne ha avuto un posto speciale nel mio cuore. La mia preferita tra le quattro sorelle era senza dubbio Jo, che con la sua fervida immaginazione coltivava il sogno di diventare scrittrice. Già all’epoca mi piaceva scrivere e riempivo fogli con racconti di fantasia identificandomi con il suo personaggio.
Qual è un libro che, secondo te, tutti, adulti e bambini, dovrebbero leggere almeno una volta?
Le nebbie di Avalon di Marion Zimmer Bradley.
La narrazione dal punto di vista di Morgana, la potente maga che nel libro ha dato voce alle donne facendole diventare le vere protagoniste, è straordinaria e racconta la storia dell’ascesa e della caduta di Camelot con occhi diversi rispetto alla letteratura tradizionale e alle leggende di re Artú e dei Cavalieri della Tavola Rotonda. E poi c’è il fascino dell’isola di Avalon, con il mistero delle sue terre fatate.
Non so se esiste una edizione per bambini ma se così non fosse, qualcuno dovrebbe farla!
Perché scrivi?
Scrivo perché ogni storia è un piccolo viaggio. So da dove parto ma non so mai dove arriverò. E nel mentre sono libera di prendere tutti i sentieri che voglio, di fare pause e deviazioni per poi tornare sulla strada principale. Scrivere è anche un modo per aprire spiragli e finestre sui mondi che mi porto dentro e che quando vengono alla luce soddisfano la mia continua voglia di cambiamento, che è un po’ inquietudine e un po’ necessità.
C’è differenza, secondo te, tra leggere un libro e ascoltarne uno?
Penso che sono due modalità differenti di fare la stessa cosa, immergersi in una storia. E ognuno di noi può scegliere quello che preferisce.
Io ad esempio ascolto podcast e audiolibri in diverse situazioni, in totale relax o mentre sono in auto o mentre cammino. Che sono cose che non potrei fare se avessi un libro in mano. E poi non sottovalutiamo la componente sonora, le voci, l’interpretazione. Questi sono tutti aspetti che possono arricchire ancora di più una narrazione.
E progetti per il futuro? Ce ne sono?
Qualcosa c’è. Mi piacerebbe scrivere qualcosa di misterioso, magari per Halloween!