Facciamo due chiacchiere con il team di Amplitudo, la sound agency che ha curato il sound design, la post produzione audio e la sigla originale della serie podcast “Tutti i gatti del mondo”
LS: Cosa volevate fare da grande?
Daniele: non mi sono fatto mancare i due grandi classici, l’astronauta e il calciatore. Poi a quattordici anni ho scoperto il rap ed il mio sogno è diventato quello. Qualche anno dopo ho capito che non si sarebbe avverato, ma riuscire a lavorare comunque nel mondo del Suono e della musica è stato un bel traguardo!
Marco: non scherzo quando dico che sarei voluto diventare un passerotto. Fa ridere, ma ci credevo sul serio. Dopo aver capito che sarebbe stato impossibile, decisi che sarei diventato uno scrittore; ben presto però ho scoperto la mia passione per la musica e il resto è storia! Mi piace pensare che in un universo parallelo sto volando, libero nel cielo.
Fabio: vivo tutto come un flusso in evoluzione, ho capito che è una mia caratteristica a cui non intendo rinunciare. Per questo motivo non ho mai pensato veramente a cosa volessi fare da grande. Anzi, il cartello dell’uscita “Da Grande” non è ancora all’orizzonte.
Lungo il cammino però ho intanto capito che il Suono, l’Esplorazione e il Coinvolgimento saranno parte di me.
LS: Cosa fate ad Amplitudo? E che aria si respira in studio?
Daniele: siamo una Sound Agency e ci occupiamo di produzione audio a 360 gradi: composizione di musiche originali, sound design, editing e post-produzione, registrazioni voiceover… i nostri progetti spaziano dai contenuti lineari (spot TV e radio, video per i social, podcast) all’audio branding (identità sonore, sound loghi, jingle). Creiamo anche audio originale per luoghi fisici ed esperienze come installazioni sonore, eventi e musei.
In studio si respira un’aria rilassata, siamo ben organizzati e versatili; la cosa più bella è che ogni progetto è un mondo a sé, quindi non ci annoiamo mai. E poi facciamo un lavoro creativo e che amiamo, quindi non possiamo lamentarci!Marco: ascoltiamo suoni e commentiamo con cose tipo “serve un po’ di bbuuumm sulle basse frequenze, aggiungi un po’ di fsszzz sulle alte”; i sound designer parlano una lingua tutta loro!
Fabio: siamo dei creativi che hanno trovato nel Suono il loro modo di comunicare messaggi, siano essi i valori di un marchio, il colore di una voce o l’emozione dietro ad un contenuto. Questo è il nostro modo di vivere il sound design. Ci piace così tanto quello che facciamo che spesso non ci sembra di lavorare.
LS: Cosa sanno fare i suoni che le immagini non possono fare?
Daniele: i suoni hanno il potere di evocare sensazioni a volte anche più importanti di quelle generate dalle immagini; possono lasciare un’impronta più profonda perché agiscono anche a livello inconscio. Prendiamo ad esempio una scena apparentemente tranquilla in un film: se sotto a questa scena sentissimo un accompagnamento musicale rilassante allora confermerebbe la sensazione di quiete, ma se al contrario sentissimo una composizione disturbante o angosciante penseremmo immediatamente che da lì a poco potrebbe succedere qualcosa di negativo; il suono è il vero fattore trainante in molti casi.
Marco: il suono emoziona più facilmente e con più intensità rispetto alle immagini, evoca vecchi ricordi e resta subito impresso.
Fabio: iniziamo a sentire prima di vedere, prima di nascere a dirla tutta. Da quando sviluppiamo l’udito non lo “spegniamo” più, né quando voltiamo la testa, perché funziona a 360 gradi, né quando dormiamo, perché non abbiamo palpebre sulle orecchie.
Per la maggior parte del nostro tempo come specie sulla Terra, il Suono è stato il vero modo con cui abbiamo trasmesso conoscenza, poi abbiamo imparato a scrivere. Il Suono fa proprio questo: racconta chi siamo, cosa facciamo e cosa ci circonda.
LS: Raccontateci una cosa che ci fa capire la misura di quanto siete fanatici del suono.
Daniele: molto spesso al cinema, nel bel mezzo della proiezione, devo ricordare a me stesso di smetterla di pensare a come è stato fatto il sound design o al trattamento sonoro delle scene; solo a quel punto riesco a godermi completamente il film!
Marco: in vacanza mi sono svegliato tre volte all’alba per registrare il suono del mare più calmo possibile, senza persone e traffico cittadino. Ho anche imparato che suono fa il mare se registrato dall’interno degli scogli; dovreste provare!
Fabio: anche quando non uso le cuffie mi sento immerso in una colonna sonora; è il paesaggio sonoro globale, in continua evoluzione e mai identico a sé stesso, anche nelle azioni quotidiane più ripetitive.
È la storia più appassionante che esista e sta accadendo proprio ora, ascoltatela.
LS: I sentimenti hanno una colonna sonora?
Daniele: assolutamente sì, ma il bello è che ognuno di noi può essere il “compositore” dei propri: il rapporto con la musica è talmente personale e unico che non ci sono regole e, anche quando ci sono, possono essere infrante per scriverne di nuove.
Marco: decisamente sì, e per ogni persona potrebbero suonare diversamente, non per forza con elementi musicali. Anche il rumore fa parte della colonna sonora!
Fabio: sì, e credo che si potrebbero trovare risposte nel DNA o da quelle parti: tutte le culture reagiscono allo stesso modo di fronte a ciò che definiamo musica triste, felice, rilassante o energica.
LS: Di quale film esistente vi sarebbe piaciuto fare il sound design?
Daniele: per quanto mi riguarda senza dubbio Dune, è uno dei miei film recenti preferiti e ha un sound design incredibile: dietro ad ogni singola scelta sonora c’è un’idea creativa ed il risultato è, a parer mio, uno dei migliori mai fatti. Per questo film avrei fatto di tutto anche solo per assistere alle sessioni, figuriamoci metterci mano!
Marco: Il Signore Degli Anelli, passano gli anni ma ancora oggi è un capolavoro.
Fabio: Star Wars. Avrei voluto partecipare all’invenzione dei suoni della spada laser, del casco di Darth Vader e della voce di Chewbacca.
LS: Consigliateci un podcast che amate.
Daniele: consigliarne solo uno è davvero difficile! Andrei con due, uno in italiano e uno in inglese. Per il podcast in italiano consiglio L’Unicorno, di Will Media e Boats Sound. Per quello in inglese consiglio Exit Scam, di Treats Media. Due storie pazzesche, entrambe nel mondo tech e startup, dai risvolti incredibili e con un sound davvero molto curato.
Marco: Case 63, storia incredibile e sound design unico!
Fabio: come podcast narrativo Oltre il Confine di Matteo Caccia, esclusiva Audible, come podcast daily Tienimi Bordone di Matteo Bordone, esclusiva Il Post. Nessuno dei due è su Spotify, che amo e che uso quotidianamente, però esiste un universo di ascolti fuori da esso.
L’invito è ad esplorare.