Facciamo due chiacchiere con Lucia Gadolini, una delle voci narranti e interprete di Favolose
LS: Cosa volevi fare da grande?
Lucia: Non lo so! Da piccolina non ho mai avuto in mente nessun progetto o desiderio in particolare su cosa avrei voluto fare ‘da grande’, ma avevo ben chiaro che cosa mi appassionasse. Tra i miei passatempi preferiti c’era sicuramente passare ore in camera a leggere ad alta voce quel che mi capitava tra le mani, divertendomi a fare le voci diverse dei vari personaggi, e poi ricordo che aspettavo sempre i titoli di coda dei cartoni animati per vedere se avevo indovinato il doppiatore o la doppiatrice che mi pareva di riconoscere da un cartone all’altro.
LS: Quali sono i trucchi che usi per dare vita ai personaggi delle favole durante la lettura ad alta voce?
Lucia: Sicuramente aiuta avere un po’ di consapevolezza del proprio apparato fonatorio, per sapere andare a cercare ‘in automatico’ i vari registri che possono essere necessari nel momento dell’interpretazione, ma per me l’importante è sempre partire dalla storia e dal personaggio. Se ci permettiamo di lasciarci andare ed entrare nella storia, e ci facciamo guidare dalle emozioni e i pensieri del personaggio che dobbiamo interpretare, senza giudicarlo, la voce ‘giusta’ verrà da sé. Ed essere veri, sinceri, non pensare alla performance tecnica, ma concentrarci sulla verità dell’emozione che vogliamo veicolare. E divertirci!
LS: Come credi che le favole possano influenzare positivamente i bambini?
Lucia: Sono convinta che le favole e i racconti siano fondamentali per tutti (grandi e piccoli) perché ci aiutano a vivere, a scoprire, comprendere e nominare i mondi che abitiamo, quelli fuori e soprattutto quelli dentro di noi. Ci prendono per mano e ci aiutano ad affrontare le paure, accendono la fantasia e ci svelano mondi, aprono il cuore e la mente e dunque regalano felicità.
LS: Quali sono le differenze, se ci sono, nell’interpretare personaggi per i podcast rispetto ad altri media, come film o serie TV?
Lucia: Non credo si possa parlare ‘in generale’ di differenze interpretative a seconda dei mezzi utilizzati. È sempre il contesto specifico che richiede una performance specifica, e sono sempre la storia ed il personaggio che ti fanno capire che strada devi seguire. E poi in sala non siamo soli: c’è sempre una direzione artistica che ci aiuta a mantenere la giusta rotta. Indipendentemente dal mezzo che utilizzerà la nostra interpretazione, è fondamentale sempre farci un po’ da parte, eliminando giudizi o punti di vista personali, e sintonizzarci sull’ascolto: della storia, del personaggio, di chi ci dirige, con fiducia. Insomma, parole d’ordine: umiltà, empatia, stato d’animo, verità.
LS: Ci sono ruoli o tipi di personaggi a cui preferisci prestare la voce?
Lucia: Per me è sempre molto appagante essere la voce narrante, che culla e conduce l’ascoltatore, e dipana il filo della storia, ma è innegabile che mostriciattoli vari e personaggi ‘cattivi’ diano sempre parecchia soddisfazione!
LS: Come si mantiene in forma la voce in vista di una sessione di registrazione?
Lucia: Cercando di essere ben idratati, sempre, ma sicuramente prima e anche durante la sessione. È bene pure, quotidianamente, avere costanza negli esercizi di respirazione e rilassamento per avere il diaframma bello libero di muoversi ed evitare le contratture di tutto l’apparato fonatorio. Propoli, erisimo e malva sono i migliori amici di chi lavora con la voce!
LS: Consigliaci un podcast che ami.
Lucia: Oltre ad essere una fedelissima ascoltatrice di Rai Radio 3, se si parla di ‘amori acustici’ non posso citare un solo podcast, ma tutto ciò che di sonoro negli anni è stato prodotto dall’Istituto Barlumen, una factory artistica e società di produzione multimediale fondata e diretta da Gaetano Cappa. Ogni progetto trasuda passione, cura, originalità, competenze musicali e tecniche altissime. Se non li conoscete, fatevi un regalo e recuperate l’ascolto delle loro produzioni.