7 domande a Massimo Antonio Rossi

| Ott 11, 2023 | 7 domande, Cast & Crew

Facciamo due chiacchiere con Massimo Antonio Rossi, voce narrante della serie podcast “Tutti i Gatti del mondo”.

Facciamo due chiacchiere con Massimo Antonio Rossi, voce narrante della serie podcast “Tutti i Gatti del mondo.”

LS: Cosa volevi fare da grande?

Massimo: A seconda dei giorni potevo immaginarmi astronomo, chirurgo o pilota motociclista. Ero un bambino fantasioso che non pensava a palcoscenici. Però mi affascinavano i registi: Bergman, Fellini, Hitchcock. Nella vita ho fatto anche altri mestieri e praticato altre arti ma credo che giocare in penombra con la voce in quella specie di lanterna magica, o impegnarmi in quella sorta di regia sonora ch’è in fondo ogni direzione di doppiaggio abbia ben assecondato le mie inclinazioni 🙂

LS: Quando ti sei accorto che la tua voce poteva diventare un lavoro?

Massimo: Quando ti sei accorto che la tua voce poteva diventare un lavoro? Non saprei di preciso. Anni fa un antico compagno delle elementari mi ricordò che siccome leggevo con facilità quando a fine lezione il maestro chiedeva: “Chi vuol leggere oggi?” i più scansafatiche intonavano un imbarazzante coretto col mio nome. Tra il sospettoso e il riluttante esprimevo quel piccolo talento. Fino al suono della campanella che ci trasformava tutti in un’orda di centometristi urlanti.

LS: C’è una favola a cui sei particolarmente affezionato?

Massimo: Anch’io fui folgorato da quel capolavoro di Pinocchio. Lo scoprii su un vecchio volume che apparteneva a mio padre. Mi colpirono i meravigliosi disegni di Attilio Mussino forse più della prosa di Collodi. Ma ricordo anche la tristezza struggente che mi suscitava “Il Soldatino di Piombo” di Andersen.

LS: Le persone ti fanno leggere la lista della spesa anche solo per sentire la tua voce?

Massimo: No. Dici che potrebbe interessare? Mi sentirei più a mio agio con menù di rosticceria.

LS: Cosa ricordi della tua prima volta in uno studio di registrazione?

Massimo: Milano, primi anni ’80. Venivo dal teatro, fresco allievo di Vittorio Gassman e come molti giovani attori ero curioso del doppiaggio. Un modo per non restare sulle spese tra una tournée e l’altra. Un approccio che però rischiava di non cogliere tutte le peculiarità e la complessità di quella particolarissima branca della recitazione: così almeno la consideravo e la considero ancora oggi. Ci vuole sempre umiltà per apprendere i rudimenti di un mestiere. In questo ebbi un mentore d’eccezione: Carlo Cataneo, marito della grande Lina Volonghi. Un vero signore che aveva lavorato con Strehler e in tanti sceneggiati Rai tra i ’60 e i ’70 e che era stato tra i fondatori della più antica cooperativa di doppiaggio milanese. Una solida formazione teatrale era considerato un requisito preferenziale dalla maggior parte dei direttori di doppiaggio e le mie precedenti esperienze per fortuna si rivelarono utili. Oggi non è più così e vedo che si arriva al doppiaggio anche per vie molto diverse.

LS: Quale tipo di personaggio ti piacerebbe doppiare?

Massimo: In palcoscenico come in uno studio di registrazione, che si tratti di prosa radiofonica o doppiaggio, in funzione della massima qualità sono sempre stato più sensibile a un’atmosfera gradevole di collaborazione e reciproca stima coi colleghi, piuttosto che a precise tipologie di personaggi. Quando c’è un bel clima si dà sempre il meglio. Penso di essere abbastanza versatile e mi hanno sempre divertito le sfide di caratteri lontani dal mio. Certo, se ti capita un personaggio di rilievo con uno spessore psicologico credibile, sorretto da buoni dialoghi e interpretato da un buon attore è sempre una bella cosa, se poi c’è anche un bravo direttore è il massimo che si può chiedere 🙂

LS: Consigliaci un podcast che ami.

Massimo: Non so se si può considerare un podcast ma ho sentito di recente magistrali letture di poesie di Arnoldo Foà. Un amico mi ha poi mandato degli estratti audio da una bellissima Lectura Dantis di Roberto Herlitzka. A parte l’ascolto di questi repertori seriosi, anche fare il narratore di “Tutti i gatti del mondo” mi è piaciuto molto. Lavorare per l’infanzia, tra cartoon e un’infinità di videogiochi (riferendomi ovviamente a quelli specifici) mi ha sempre divertito. È importante dare ai bambini contenuti di qualità come il vostro e spero che il mio contributo sia stato all’altezza. Grazie quindi alle autrici che hanno scelto la mia voce.

Loud Stories

Loud Stories

Loud Stories è una casa di produzione podcast, audiolibri e progetti sonori. Siamo persone con una passione in comune: raccontare storie e raccontarle bene.

Continua a leggere