Facciamo due chiacchiere con Nunzia Sorrentino, autrice della favola “Il caffè magico”
LS: Cosa volevi fare da grande?
Nunzia: Da bambina sognavo di diventare una scrittrice, proprio come la mia eroina preferita: Jo March di Piccole Donne di Louisa May Alcott, il primo libro “da grandi” che ho letto e che, confesso, mi è rimasto nel cuore.
LS: Ti piace il caffè?
Nunzia: Non mi piace il caffè… Io, più precisamente, lo adoro!
Da buona napoletana sono un’amante del caffè, che bevo più e più volte al giorno. La mia tazzina di caffè preferita è una miscela ristretta, densa e senza zucchero.
Il caffè rappresenta più di una semplice bevanda, è soprattutto un momento di convivialità (quando lo condivido con gli altri) o di pausa (quando, ad esempio, scrivo e sorseggio con calma il mio espresso).
LS: Come nasce il tuo racconto sul potere magico del caffè?
Nunzia: L’idea è nata per caso, in modo fulmineo. Poi, come capita in questi casi, ci ho lavorato su e da lì è venuto fuori il racconto vero e proprio, come lo avete ascoltato o ascolterete nell’episodio di Favolose, con trama, protagonisti e dialoghi.
Al termine di un workshop di scrittura per bambini, mi era stata lanciata la sfida di scrivere un racconto a partire da un oggetto di uso quotidiano. Mi trovano in cucina, davanti al mio portatile e la prima cosa che ho visto, alzando lo sguardo dallo scherzo, è stata la mia tazzina di caffè. Da lì mi è venuta l’idea di utilizzarla per una storia per bambini, renderla più sfiziosa e accattivante grazie all’attribuzione di un potere magico.
LS: Cosa ti piace di più dello scrivere storie per bambini?
Nunzia: La cosa in assoluto che amo di più nello scrivere storie per bambini è la possibilità di entrare nel loro mondo, essere un po’ bambina anche io mentre scrivo. Scrivere, in fin dei conti, un racconto che, da lettrice bambina, mi piacerebbe leggere.
LS: Cosa ti piacerebbe che pensassero i bambini dopo aver ascoltato la tua storia?
Nunzia: Mi piacerebbe che Il caffè magico suscitasse curiosità e domande “nuove” a proposito del caffè.
Come dicevo prima, si tratta di un prodotto molto comune, di uso quotidiano: ogni bambino lo avrà visto tante e tante volte in casa, al bar o al ristorante.
Ma in che modo?!
Magari senza neanche farci caso! Sarebbe bello se il racconto potesse accendere una scintilla creativa, inducendo all’esercizio di guardare il caffè – così come una penna, un robot da cucina o un divano – con la stessa fantasia e immaginazione di Lola e Seby.
LS: Cosa non deve mai mancare in una storia per bambini?
Nunzia: Il divertimento, il gioco credo siano ingredienti fondamentali per attirare l’attenzione dei piccoli lettori ma anche per coinvolgerli attivamente in un circolo virtuoso di creatività e immaginazione. Amo, ad esempio, citare personaggi di libri di autori famosi per stimolare la curiosità del lettore nel cercare il libro e leggerlo, se non lo ha ancora fatto. Mi piacciono anche i giochi di parole o le parole buffe, magari dalla pronuncia difficile o pronunciate, all’interno del racconto, in modo errato: inserite in un dialogo, ad esempio, generano nei più piccoli ilarità e divertimento.
LS: Consigliaci un podcast che ami.
Nunzia: Oltre al mio preferito che è Favolose, mi piacciono molto Shelf. Il posto dei Libri di Alessandro Barbaglia e Chiara Sgarbi, Passa dal BSMT di Gianluca Gazzoli e Stories di Cecilia Sala. Si tratta di scelte molto diverse tra loro ma, come mi accade per i libri, sono un’ascoltatrice onnivora.